Una navetta spaziale che esplode, 73 microstorie che accadono mentre lo shuttle viene lanciato e non sa che farà boom. Fili che s’intrecciano, emozioni che si contraddicono, una mappa da seguire per eventi che apparentemente sembrano scollegati tra loro. Fantascienza? Thriller? “Challenger” di Guillem López lascia col fiato sospeso mentre si cerca una definizione appropriata.
Sul pianeta MANNAGGIA ne parleremo con Francesca Bianchi, la traduttrice agra che ha tradotto il romanzo per Eris Edizioni.
Il libro
28 gennaio 1986. La navetta spaziale Challenger esplode in diretta televisiva sopra il cielo della Florida. Dal decollo all’esplosione passano 73 secondi. Guillem López sceglie 73 storie diverse, frammenti di vita di persone che si muovono tra Miami e i suoi dintorni, mentre lo shuttle viene preparato e lanciato, mentre continua a esplodere all’infinito sugli schermi televisivi.
Un romanzo di 73 capitoli, un puzzle di eventi apparentemente scollegati, una catena di interconnessioni in una matematica del caos che genera un meccanismo perfetto, dove ogni episodio è la piccola rotella di un ingranaggio sempre più complesso. È questo il Big Bang di Guillem López: la costante del suo Challenger, la crepa che connette il mondo del reale con il mondo del possibile. 73 frammenti di una giornata in cui tutto può succedere.
Paragonato a Raymond Carver e Philip K. Dick, Guillem López ha scritto un libro pieno di realismo per narrare l’ignoto: Challenger è il volto nuovo della letteratura spagnola.
Francesca Bianchi collabora con case editrici italiane e straniere tra cui Eloísa Cartonera, la prima casa editrice cartonera dell’America Latina. Ha progettato e codiretto la collana di giornalismo narrativo, Cronache di frontiera, e ideato il progetto di istigazione alla lettura #LettoriFuori.
Ha vissuto a Livorno, Siena, Barcellona, Torino.
Attualmente traduce per l’editoria libraria, per il cinema e la televisione.
La sua pagina facebook è Francesca Bianchi, la traduttrice agra.